Dialogo immaginario tra Giacomo Becattini e Sebastiano Brusco
Lezione spettacolo "Sviluppo locale e città industriale nel Novecento", Modena 28 novembre 2018
In occasione delle celebrazioni per i 50 anni del Dipartimento di Economia Marco Biagi, si è tenuto il ciclo di lezioni spettacolo "Econovie. Divagazioni economiche spettacolari", in collaborazione con ERT-Emilia Romagna Teatro Fondazione. In occasione della lezione spettacolo su "Sviluppo locale e città industriale nel Novecento", svoltasi il 28 novembre 2018, gli allievi della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro hanno rappresentato un dialogo immaginario tra Giacomo Becattini e Sebastiano Brusco.
Scomparso nel 2002, Il Professor Sebastiano Brusco è stato tra i fondatori della Facoltà di Economia di Modena e la sua attività di ricerca ha spaziato tra politica industriale, economia del lavoro, distretti industriali, sviluppo regionale.
INTERVISTATRICE: Professor Brusco, i suoi ultimi studi riguardano lo sviluppo delle regioni italiane di più recente industrializzazione. Potrebbe parlarcene un po?
BRUSCO: Beh, una delle prime tappe di questo percorso è stata condotta negli anni Settanta da me e dal professor Becattini, dellUniversità di Firenze.
BECATTINI: Buonasera! Sì, in effetti abbiamo cercato di comprendere le ragioni del successo economico delle piccole e medie imprese che caratterizzavano lEmilia e la Toscana.
BRUSCO: Esattamente! Abbiamo riscontrato che in entrambi i casi gli insediamenti produttivi delle piccole imprese davano vita a particolari sistemi produttivi che noi economisti chiamiamo distretti industriali.
BECATTINI: Il punto più rilevante è stato notare quanto fosse decisiva l«atmosfera industriale», di cui aveva parlato il grande economista Alfred Marshall a proposito di alcuni distretti industriali dellInghilterra tardo-ottocentesca. Atmosfera che segnava i rapporti tra le persone e tra le imprese, i canali di diffusione del sapere e il ruolo delle istituzioni.
INTERVISTATRICE: «Atmosfera industriale»?
BECATTINI: Certo. Nei nostri studi ci siamo resi conto che il vantaggio competitivo dei distretti industriali non deriva dalla maggiore capacità di risparmio o di investimento,
BRUSCO: E neppure dalla capacità di realizzare grandi innovazioni epocali come il computer ed il transistor .
BECATTINI: Già, ma piuttosto da risorse assai meno tangibili.
BRUSCO: Si tratta soprattutto di una conoscenza e di un saper fare che influenza i modi di pensare, le scelte patrimoniali e le scelte di vita che aiutano a determinare i comportamenti quotidiani sul lavoro e influenza i rapporti tra le persone. I distretti industriali si sono rivelati straordinariamente capaci di combinare la conoscenza «codificata»: quella generata dalle ricerche condotte dalla comunità scientifica; con la conoscenza «tacita»: ossia con il sapere locale sedimentato nellintelligenza, nella fantasia e nellabilità di persone che vivono vicine, si scambiano notizie ed esperienze, e lavorano insieme.
BECATTINI: Da segnalare cè anche una lunga e complessa rete di regole informali, che danno forma ai rapporti tra le imprese ed ai rapporti tra le persone allinterno della fabbrica.
INTERVISTATRICE: Come mai questi risultati si sono realizzati solo in certe regioni italiane?
BRUSCO: Beh, lidea di fondo è che le regioni ricche ed efficienti sono quelle nelle quali vi è una pratica secolare dellautonomia comunale, in altre parole quelle in cui i cittadini, per costume antico, hanno imparato a riunirsi in gruppo per dar risposta ai propri bisogni.
INTERVISTATRICE: Si sta riferendo all' opera di Putnam il filosofo.
BRUSCO: Proprio così! Il modello Emilia ne è una prova.
BECATTINI: Se posso aggiungere, tutto questo ha indotto nel tessuto sociale forti capacità di autogoverno, efficienza, ed anche quella diffusa disponibilità e cortesia, che altrove sono sconosciute. Lindustriale come il piccolo imprenditore emiliano e toscano operano in un «luogo» precisamente delimitato, con un forte senso di identità, in cui il «noi», il «dentro e fuori la comunità» hanno un senso rilevante nelle scelte delle persone.
BRUSCO: Resta però una questione aperta che mi sta molto a cuore: in che modo ciò che in alcune aree è frutto del lavorio dei secoli può essere indotto in altre aree, in tempi se non rapidi almeno ragionevoli. Questo processo di costruzione delle norme scritte e non scritte può essere perseguito e gestito da istituzioni consapevoli.
INTERVISTATRICE: Grazie
Personaggi e interpreti:
INTERVISTATRICE: Marica Nicolai
GIACOMO BECATTINI: Giulio Germano
SEBASTIANO BRUSCO: Chiara Chiavetta
[Ultimo aggiornamento: 17/12/2018 12:08:34]