Paolo Silvestri, "In ricordo di Sebastiano"

Modena, Chiesa di San Carlo
31 gennaio 2002*

Di recente mi sono imbattuto in questa definizione.
“L’istruzione, strettamente parlando, è una transazione tra l’insegnante e l’alunno, tra chi è in possesso di competenze e chi desidera acquisirle. Non richiede un intervento pubblico; non richiede la mano regolatrice dello stato, ma solo il desiderio di imparare, il desiderio di insegnare e le condizioni perché i due si incontrino”.
Il mio primo incontro con Sebastiano Brusco è stato un incontro da alunno. Molti degli amici che si stringono in questa sala sono stati suoi alunni, tutti sono stati animati dallo stesso desiderio, la voglia di imparare.
Certo è che Brusco è stato un docente fortunato, perché aveva molti studenti che desideravano imparare. Certo è che anche noi siamo stati studenti molto fortunati, perché abbiamo avuto Sebastiano come insegnante.
Mi piace ricordarlo così: giovane professore, seduto sulla cattedra, una lavagna di equazioni alle spalle, con le maniche del pullover tirate su, che cerca di spiegarci cosa c’entri la teoria col mondo, che cosa c’entri Sraffa con la nostra fretta di capire il mondo.
Lo ricordo con quel suo modo schietto di parlarci, con il gesticolare elegante delle mani, con il suo sguardo diretto, quando, all’improvviso, ti chiedeva di riassumere quello che stava dicendo perché, secondo lui, il tuo compagno non aveva capito.
Ricordo la sensazione, per me del tutto nuova e terribilmente affascinante, di non potere andare a lezione se non eri proprio sveglio, se non avevi davvero voglia di imparare.
Ricordo queste immagini e, sopra a tutte, quella di un uomo che amava insegnare. Ed è per questo, proprio per questo, che, fin da subito, gli abbiamo voluto bene.

* La data (20 novembre 1973) è quella del mio primo giorno di lezione

[Ultimo aggiornamento: 23/08/2012 11:25:03]